Prima di esprimere la bellezza dell'evento a cui ho assistito oggi pomeriggio mi piacerebbe evidenziare un piccolo fatto storico (già noto) che ha aggiunto al fascino musicale del maestro veneziano il piacere, alle volte, degli eventi passati.
Mi riferisco alla location. E cioè l’Aula Magna dell’Università di Roma La Sapienza, o meglio ciò che ha fatto da fondale all’ensemble: l’affresco di Mario Sironi, L’Italia tra le Arti e le Scienze del 1935. Già, Italia 1935. L’Italia che da lì a tre anni conoscerà le leggi raziali per la difesa della razza. E tale decreto toccò anche al musicologo Alberto Gentili che in quegli anni Trenta si stava dedicando al recupero di una grande quantità di composizioni di Antonio Vivaldi, facendolo così riemergere da un secolare oblio. Molto riduttivamente concludo la mia digressione dicendo che se l’estro geniale del Prete Rosso ha potuto suonare quest’oggi nell’Aula Magna del Rettorato lo dobbiamo a persone illuminate, alla sensibilità artistica di professori e mecenati che non si sono lasciati culturalmente intimidire dall’ideologia “sansepolcrista”.
A mio personalissimo avviso l’ensemble Concerto Koln, diretto dal Maestro violinista Giuliano Carmignola, ci ha dato immediatamente la sensazione e la certezza che stavamo per assistere ad un grande pomeriggio di prassi barocca sin dalle prime note nel Largo del Concerto in re minore op. 2 n. 1 di Evaristo Felice Dall’Abaco. Morbidezza di suoni, fascino dell’insieme e talento solistico espresso dal primo violino Mayumi Hirasaki. Giuliano Carmignola si è inserito per condurre e suonare solo l’intera opera Le Quattro Stagioni, lasciando il suo ensemble nelle mani dotate della giapponese che ha saputo ben interpretare e ben convogliare nella giusta prassi anche durante il Concerto in re maggiore n. 6 di Avison e il Concerto in re minore BWW 1043 di J.S. Bach.
L’attesa del Maestro è stata ripagata (attesa causata anche dal pienone che ha fatto slittare l’inizio per più di mezz’ora). Carmignola si è espresso durante Le Quattro Stagioni con la sicurezza e la sanguigna determinazione di chi sa (almeno così mi è parso) che sta facendo la… prassi giusta. Alle volte con cadenze personalizzate, o attaccando spesso con dei pianissimi, oppure sorprendendo con dei forti accenti là dove uno (credo) non ero abituato a sentire. Il risultato è stato che Giuliano Carmignola, da vero mattatore che usa tutto il suo corpo nel comunicare la giusta linea espressiva, esegue la prassi vivaldiana non disdegnando colpi improvvisi di toni, staccati o glissati che potrebbero somigliare a un repertorio più tardo. Forse il Barocco è qualcosa di più di quanto lo abbiamo conosciuto sino ad ora. Applauditissimo ha concesso il bis con il presto del Tempo impetuoso d’estate.
E' un piacere poter leggere un commento tanto attento da ogni punto di vista! Grazie :)
Un'analisi davvero interessante e ricca di preziosi spunti di riflessione! Grazie per il tuo contributo. Continua a seguirci e a condividere con noi la tua esperienza!
Grazie per le tue puntuali osservazioni, Massimo!
Ci vediamo al prossimo concerto IUC!