C'è altro. Oltre al mondo fuori dalla sala, oltre all'applauso finale del concerto. Il corpo lo sa: al ritmo di qualcos'altro si muove.
Stasera ho assistito al Concerto per due violini di Bach e Le Quattro Stagioni di Vivaldi. Non sono un intenditore né un esperto nel campo, ma solamente un curioso che, poco a poco, ha imparato a conoscere e apprezzare qualcosetta della Musica con la "M" maiuscola. Il pezzo di Vivaldi è conosciutissimo, sentito e risentito, ma dal vivo tutta un'altra cosa - e per intero poi. Mi ha colpito di più Bach, forse proprio perché non lo conoscevo questo pezzo (d'altronde come tutte le volte che l'ho ascoltato: mi ha sempre colpito finora). Qualche giorno prima del concerto l'ho ascoltato in cuffietta, tutto quanto, ma non di fila. Perché se non conosco un pezzo tendo più facilmente a distrarmi, non sono un intenditore. Così mi è stato più facile ascoltare nell'insieme i quindici minuti, e persino stando attento a tutte le voci.
Il suono di aggeggi di legno, con delle corde tese, parla un linguaggio - bello, nel caso di questo concerto di Bach, semplicemente bello - che non conosce le parole. Tutto qui? Solamente bello? Non so, a volte, invece, mi viene da alzarmi e correre, saltare. Se nessuno lo fa, deduco, probabilmente è poco educato. Altre volte, e penso in questo caso al secondo movimento per esempio, dopo aver constatato la presenza di qualcosa di bello che riempie o comanda il tempo, mi trovo a constatare la presenza di un certa nostalgia. Nostalgia? - mi chiedo. Non ho mai ascoltato questo pezzo, che dico? Sono un po' fantasioso, lo ammetto. Non tanto un sentimentale, quanto un fantasioso. C'è altro - e se una parte di me fosse stata in un luogo, chissà quando, e la mia mente non lo ricordasse più? E poi voglio vincere. Che c'entra questo? Voglio combattere lealmente - saltando, correndo - e voglio vincere. Perché? Be', per far quadrare le cose: avevo constatato, giusto prima, la presenza di qualcosa di bello; non potrebbe essere altrimenti. Ma forse, dopotutto, pensandoci bene, più che conoscere e apprezzare la Musica con la "M" maiuscola, quasi quasi è meglio farsi conoscere. Banale, lo so. Ma che bello lasciare che parli di te, senza l'indelicatezza e la precisione delle parole. E poi, a farlo, non sono le persone inopportune, quelle che credono di sapere tutto di te, quelle che ti sminuiscono, quelle che credono di comprenderti in un lampo, i maestri di vita, che sanno tutto di tutto di tutti e soprattutto di te. E non più il tempo, ma sarei io ad essere dettato, ad essere condotto, ad essere riempito.
Ringrazio il lavoro che fanno i ragazzi di IucTube. A volte, all'opera, basta solamente essere un po' introdotta per essere apprezzata da non esperti e fantasiosi come me; e una dose (q.b.) di pazienza.
Colpisce la tua descrittività , il tuo entusiasmo e la tua gioia nel condividere la tua esperienza di ascolto! Grazie @pdipiramo!
Siamo felici di poter leggere commenti così dettagliati ed esaustivi come questo! Grazie @pdipiramo , siamo qui per condividere insieme tutto ciò di cui la musica ci parla :)
Grazie @pdipiramo per queste tue belle parole. Hai ragione, con la musica non si deve solo conoscere ma anche lasciarsi conoscere (o riconoscere?). Per te che vuoi"combattere lealmente" e vincere, potrà tornarti utile sapere che la parola "concerto" (forse) viene dal latino cum-certare = gareggiare, combattere insieme. Continua a seguirci e sta' certo che non mancheranno altre sorprese!